Daniele De Rossi - Frasi Famose


Frasi Famose
Calciatore Italiano
(24 Luglio 1983)

Ho solo un unico rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera.
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Prima di tirare in porta immagina di dover spaccare delle catene.
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Chi sta in campo non sente i fischi. E' normale che un campione affermato abbia sempre i fari puntati contro. 
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La Roma la amo troppo, viene dopo mia figlia. Non è ruffianeria. Quando segno non posso fare le orecchie alla Toni, non ci riesco. Mi viene da baciarla la Roma.
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Come non penso alla Nazionale quando sono a Roma, non penso alla Roma quando sono in Nazionale. O meglio: non è giusto preoccuparsi che i giocatori della Roma si affatichino in vista della prossima gara in campionato. Non sarebbe giusto, Non è un pensiero da professionista. 
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Vi posso promettere che se e quando deciderò di andare via, verrò qui e ve lo dirò. Non mi sono mai nascosto: quando c'è stato da parlare di soldi ho detto senza problemi che il rinnovo non era stato ancora firmato perché ne volevo di più. E così vi dico che non ho mai chiesto di andare via: se domani deciderò di andarmene, perché voglio vincere qualcosa, o perché voglio prendere venti euro in più, verrò qua e ve lo dirò. Non mi dà fastidio non essere considerato incedibile, considerando che nel calcio di oggi sono stati ceduti 
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Davanti alla difesa, ad esempio, riesci a metterti maggiormente in mostra perché hai la possibilità di giocare più palloni; se giochi più avanzato, invece, hai la possibilità di fare gol. Ogni posizione ha i suoi lati positivi. 
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Io mi diverto a giocare, il ruolo è importante ma fino a un certo punto. Dove mi mettono gioco. 
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La continuità è l'ingrediente che fa vincere gli scudetti. 
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Sono contrario, non mi piacciono le schedature. In alcuni casi viste le ultime vicende forse servirebbe anche la tessera del poliziotto. Non credo che questa possa essere la soluzione del problema: chi va in giro con un coltello in tasca e lo usa per colpire un'altra persona non sta bene, non è uno normale, così come non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un ragazzo che non c'entra nulla.
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La squadra deve puntare a vincere, però parlando di una eventuale scelta di vita, di un eventuale prolungamento, di una eventuale chiusura della carriera a Roma, che è poi quello che io spero, voglio dire che se vinciamo siamo tutti più contenti ma la mia riflessione è che a Roma si diventa grandi anche senza vincere coppe dei campioni e scudetti. 
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Possiamo fare tutto il buonismo del mondo, tanto poi rimane solo la classifica.
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