Enrico Mentana - Aforismi e Frasi Celebri


Aforismi e Frasi Celebri
Giornalista e Conduttore Televisivo
(15 Gennaio 1955)

Raccomandarsi a qualcuno vuol dire cedergli parte della nostra libertà.
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Quando parti vuoi spaccare il mondo. Poi succede che ti consolidi e diventi istituzione.
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Il successo non permette una logica senza contrasti.
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Per le buone idee non ci vogliono tanti soldi ma il coraggio.
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Oriana Fallaci ha sempre avuto un carattere forte e difficile, spigoloso, e non ha mai cercato di arruffianarsi il pubblico o i potenti che intervistava, o i giornalisti, o i critici che dovevano parlare di lei, anzi.
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La malattia della tv italiana è non sperimentare.
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Nel mondo dell'informazione nessuno può avallare la presenza di qualcuno che dice "tu scompari". Ma, nonostante l'attacco di BerlusconiBiagi Santoro ora sono in Rai e se qualcuno volesse toglierli dopo quell'attacco sarebbe più difficile.
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Adesso che non sono più concorrente di Bruno Ve­spa posso confermare che è solo un uomo pieno di boria, capace di falsificare i dati per non scen­dere da quel piedistallo privile­giato sul quale si trova.
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Biagi è uno dei giornalisti più potenti d'Italia. Per Sergio Zavoli, nonostante fosse stato marginalizzato, tutta questa levata di scudi non c'è mai stata.
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A volte si chiede la testa di qualcuno per non ottenerla. E' uno "sfogatoio", un modo per marcare il territorio.
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Nella RAI c'è di tutto: mantenute, raccomandati, epurati, miracolati. È come l'annuario del Censis: ci si possono leggere tutti i fenomeni sociali. Alcuni da baraccone.
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A Mediaset, ho fatto nascere dal niente un telegiornale, l’ho diretto per tredici anni, l’ho portato a essere il primo del Paese, ho creato una trasmissione, Matrix, che dopo tre anni e mezzo era il più seguito programma informativo in seconda serata. È giusto che tutto questo abbia un finale chiaro.
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Io mi sono dimesso da direttore editoriale, dopodiché loro mi hanno licenziato da conduttore di Matrix. Mi ha sorpreso la determinazione a troncare un rapporto che durava da diciassette anni, senza dialettica e senza neppure il coraggio di dirmelo in faccia.
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In questi mesi Confalonieri non si è mai ricordato di un fatto che lo qualifica, nella mia vita, in modo diverso rispetto a un qualunque altro dirigente Mediaset: è stato uno dei miei testimoni di nozze.
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La nostra cena si è conclusa da poche ore. Le dico francamente che è stato un errore invitarmi. Mi sono sentito davvero fuori posto. C'era tutta la prima linea dell'informazione, ma non ho sentito parlare di giornalismo neanche per un minuto. Sembrava una cena di Thanksgiving... Un giorno del ringraziamento elettorale. Tutti attorno a me avevano votato allo stesso modo, e ognuno sapeva che anche gli altri lo avevano fatto.
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Non mi sento più di casa in un gruppo che sembra un comitato elettorale, dove tutti ormai la pensano allo stesso modo, e del resto sono stati messi al loro posto proprio per questo.
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E' evidente che quando la tua parte politica governa, meno informazione c'è e meglio è, meno fastidi ci sono meglio è, meno voci ci sono e meglio è.
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Niente è per sempre ma è stato bellissimo avere un rapporto diretto con i telespettatori.
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Credo di aver imparato una certa sintassi della comunicazione, per cui se un avvenimento è poco importante si danno due righe, se lo è abbastanza si fa un servizio filmato, se è importantissimo si fa un collegamento.
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Sto dicendo che, da ottimo lottizzato, cercai di essere solo ottimo. La lottizzazione negli anni ‘80 in Rai era selvaggia. I direttori del Tg1 si decidevano solo dopo il congresso della DC; il Tg2 era l'Avanti; il Tg3 era l'Unità.
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