Nichi Vendola - Aforismi e Frasi Famose


Aforismi e Frasi Famose
Politico Italiano
(26 Agosto 1958)

La canzone più bella della mia vita è stata sempre quella di Franco Battiato, "La cura"; aver cura degli altri, aver cura degli altri; poter dire a ogni essere umano che: sei un essere speciale e io avrò cura di te.. perché ogni essere umano è un essere speciale.
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La vita del mio nemico mi è sacra.
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Sinistra significa la casa dei diritti, significa accendere le luci sugli angoli del dolore sociale, significa parlare degli invisibili, di tanta gente smarrita e perduta.
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Poco tremontianamente puntiamo su arte e cultura per vincere la sfida al provincialismo e la guerra contro l' ideologia della paura indotta dalla recessione. Noi siamo all' opposizione della cultura come idea marginale e parassitaria.
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La paura è una cattiva consigliera, a meno che non si pensi che il meglio che possa fare la sinistra è praticare la propria eutanasia. 
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Non esiste cambiamento che non abbia avuto un sogno ad ispirarlo.
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Se l'offerta politica non è in grado di suscitare passioni e speranze nella società allora non risorgeremo ma io con tanta dolente fede penso che prima o poi riusciremo a vedere un po di luce.
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Io non vanto la mia sessualità, non propongo la mia diversità come un paradigma: semplicemente non la nascondo, mi sento affrancato da quella oppressione che faceva dire a Oscar Wilde che l'omosessualità è l'amore che non osa pronunciare il proprio nome.
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Non si può chiedere a nessuno il suicidio come forma di protagonismo politico.
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Vincere col trasformismo è una vittoria di Pirro che prepara assai più corpose sconfitte.
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Casini lavora per un disegno che prevede la cancellazione delle sinistre. E questo rende le cose maledettamente più complicate.
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Io ho paura che, tradotta in italiano, questa riformulazione un po' confusa della strategia di Bersani significhi annessione del Pd al terzo polo.
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La svolta di Bersani? È il trionfo della pura astrattezza, siamo alla metafisica della tattica. Se il tema è l'allargamento al centro, io non capisco a che serva continuare a evocarlo.
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Siamo uomini pubblici e abbiamo dei doveri pubblici: anche quello di difendere un certo decoro e una certa eleganza nell'esprimere le nostre passioni.
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La sinistra di cui io parlo è il punto di interlocuzione reale con tutto ciò che ribolle nelle viscere di un'Italia che non ha più niente da perdere e vive il suo quotidiano corpo a corpo contro il potere.
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Ho sempre considerato la mitologia della Padania un'invenzione politica o ideologica. Ma quello che sta accadendo nel settentrione non mi pare sia spiegabile solo con l'epopea del territorio: ci sono processi profondi, sociali e culturali, che meritano di essere indagati.
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Abbiamo continuato a immaginare che Berlusconi fosse un problema della politica e non ci siamo accorti che, ancor prima, è un problema della cultura.
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La speranza è lo strumento grazie al quale l'umanità può immaginare che le cose vadano meglio: ma la speranza è anche un'illusione. A volte avere delle speranze significa illudersi e illudersi significa andare incontro talvolta a delusioni.
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C'è una parola chiave del futuro, quella che seppellisce tutte le altre, compresa la parola partito: si tratta del termine, cooperazione.
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Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno d'amore, per questo siamo belli.
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Quello che rende infelici è l'ipocrisia, la clandestinità, la paura di essere quel che si è. Dichiararsi può essere dolore, anche emarginazione, anche violenza, ma io non ho mai avuto paura di essere quello che sono. E se c'è un pensiero che mi trasmette ancora angoscia è immaginare di vivere nella menzogna... Questo è infelicità. Solo questo.
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Berlusconi è proprio come uno di quei personaggi di George Orwell capace di capovolgere il significato delle parole: lo sciopero dei giornalisti, la protesta civile dei cittadini e delle forze di opposizione lui la chiama bavaglio. Il bavaglio vero è quello che ci viene prospettato ogni giorno dall'esercito dei professionisti del bavaglio governativo al servizio di sua maesta', e che dà l'idea che bisogna irrigimentare per raccontare propagandisticamente che l'Italia è il Paese della cuccagna.
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