Eugenio Montale - Aforismi e Frasi Celebri

Poeta, Giornalista, Premio Nobel per la Letteratura nel 1975
(Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981)

La scienza del cuore non è ancora nata, ciascuno la inventa come vuole.

Quando il sesso era misterioso aveva un certo fascino che ora non ha più. I nostri antenati amavano donne che portavano sei paia di mutande e destavano passioni che oggi non suscitano più.

L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi.

Abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo.

Ormai sono abituato a soffrire, e forse ne ho la necessità.

Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.

Occorrono troppe vite per farne una.

L'attesa è lunga il mio sogno di te non è finito.

L'uomo è come il vino: non tutti invecchiando migliorano, alcuni inacidiscono.

Noi siamo con chiunque scelga l'arma della non violenza: si chiami in terra lontana, Andrej Sakharov, o più vicino a noi, Marco Pannella.

Il rapporto tra l'alfabetismo e l'analfabetismo è costante, ma al giorno d'oggi gli analfabeti sanno leggere.

Milano è un enorme conglomerato di eremiti.

La morte odora di resurrezione.

L'uomo dell'avvenire dovrà nascere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi, esseri ancora tradizionali, copernicani, classici.

Molti affetti sono abitudini o doveri che non troviamo il coraggio di interrompere.

L'uomo d'oggi ha ereditato un sistema nervoso che non sopporta le attuali condizioni di vita. In attesa che si formi l'uomo di domani, l'uomo d'oggi reagisce alle mutate condizioni non opponendosi agli urti bensì facendo massa, massificandosi.

Il genio purtroppo non parla per bocca sua. Il genio lascia qualche traccia di zampetta come la lepre sulla neve.

Ai poeti è inutile chiedere comprensione di certe cose.