Italo Svevo - Aforismi e Frasi Celebri

Aforismi e Frasi Celebri
Scrittore e Drammaturgo Italiano
(Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928)

Per essere creduto non bisogna dire che le menzogne necessarie.

Le lacrime non sono espresse dal dolore, ma dalla sua storia.

La morte è l'ammirevole liquidazione della vita.

Uno dei primi effetti della bellezza femminile su di un uomo è quello di levargli l'avarizia.

Spiegare a qualcuno come è fatto, è un modo di autorizzarlo ad agire come desidera.

L'immaginazione è una vera avventura. Guardati dall'annotarla troppo presto perché la rendi quadrata e poco adattabile al tuo quadro. Deve restare fluida come la vita stessa che è e diviene.

L'amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo carattere e la sua intelligenza.

Si piange quando si grida all'ingiustizia.

La descrizione della vita, una grande parte della quale, quella di cui tutti sanno e non parlano, è eliminata, si fa tanto più intensa della vita stessa.

Quando guardo una montagna aspetto sempre che si converta in vulcano.

È una delle grandi difficoltà della vita d'indovinare ciò che una donna vuole.

Le donne sono sempre povere di parole precise.

Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senza obbiezioni, il destino.

Curioso come a questo mondo vi sia poca gente che si rassegni a perdite piccole; sono le grandi che inducono immediatamente alla grande rassegnazione.

L'uomo è un animale molto più semplice del cane perché sente di più e più facilmente. Quando incontra un altro uomo gli tocca la mano e sembrerebbe quasi di non curarsi di quanto sta dietro di questa mano.

E' proprio la religione vera quella che non occorre professare ad alta voce per averne il conforto di cui qualche volta, raramente, non si può fare a meno.

La salute non analizza se stessa e neppure si guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.

E' libertà completa quella di poter fare ciò che si vuole a patto di fare anche qualche cosa che piaccia meno. La vera schiavitù è la condanna all'astensione: Tantalo e non Ercole.

La vita non è né brutta né bella, ma è originale!

La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.

Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.

Chi non ha le ali necessarie quando nasce non gli crescono mai più. Chi non sa per natura piombare a tempo debito sulla preda non lo imparerà giammai e inutilmente starà a guardare come fanno gli altri, non lo saprà imitare.

Quaggiù quando noi non ci vogliamo male ci amiamo tutti, ma però i nostri vivi desideri accompagnano solo gli affari cui partecipiamo.

Si capisce come la nostra vita avrebbe tutt'altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto.

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