Il Manoscritto Ritrovato ad Accra di Paulo Coelho


Il Manoscritto Ritrovato ad Accra"Il Manoscritto ritrovato ad Accra" è il nuovo romanzo di Paulo Coelho. In questo libro offre la propria versione della famosa pergamena datata 1307 e scoperta a Nag Hammadi in Egitto nel 1974 dall'archeologo britannico Sir Walter Wilkinson (da non confondere con i "Manoscritti di Nag Hammadi" ritrovati nel 1945). Il manoscritto era redatto in tre lingue: arabo, ebraico e latino.
L'esame del Carbonio 14 rivela che il reperto risale indicativamente all'anno 1307.
Le ricerche successive condussero alla località nella quale il manoscritto era stato redatto: la città di Accra.

Tratto dal primo capitolo.

Mi piacerebbe incominciare questo testo con le parole: «Ora che sono giunto alla fine della vita, lascio a coloro che mi succederanno tutto ciò che ho appreso mentre camminavo sulla superficie della Terra. Che ne facciano buon uso». Ma, purtroppo, questo non è possibile né vero. Ho appena ventun anni; due genitori che mi hanno dato affetto ed educazione; e una donna che amo e che ricambia il mio sentimento - eppure, un giorno, la vita si premurerà di separarci.

Quando ciascuno dovrà partire in cerca del proprio cammino, del proprio destino, del proprio modo di incontrare la morte. Per la nostra famiglia oggi è il 14 luglio 1099. Per la famiglia di Yakob, l’amico d’infanzia con il quale ho giocato nelle stradine di questa città - Gerusalemme - siamo nel 4859: Yak adora affermare che la religione ebraica è assai più antica di quella praticata da noi. Per il venerabile Ibn al-Athir, che ha trascorso l’esistenza sforzandosi di compendiare una storia ormai giunta all’epilogo, sta per concludersi l'anno 492. Non siamo d’accordo né sulle date né sul modo di adorare Dio ma, per quanto riguarda il resto, la convivenza può dirsi davvero buona.

Una settimana fa, i comandanti militari della piazza hanno preso coscienza del fatto che le truppe francesi sono infinitamente superiori e meglio equipaggiate delle nostre armate. A tutti è stata offerta una scelta: abbandonare la città, oppure combattere fino alla morte - non esiste alcun dubbio sulla nostra sconfitta. La maggioranza della gente ha deciso di restare. In questo momento, i mussulmani si sono radunati nella moschea di Al-Aqsa; gli ebrei hanno deciso di concentrare i soldati nei pressi del Mihrab Dawud; mentre i cristiani, sparpagliati in vari quartieri, hanno avuto l’incarico di difendere il settore meridionale della città.
Oltre le mura, possiamo già scorgere le torri d’assalto, costruite con il legno di navi disarmate per questa necessità. Il movimento delle truppe nemiche, lascia intendere che l’attacco avverrà domani mattina: sarà versato sangue in nome del papa, della "liberazione" della città, dei "desideri divini".

Oggi pomeriggio, nel vestibolo prospiciente il quale un millennio or sono il prefetto romano Ponzio Pilato consegnò Gesù Cristo alla folla - e, di fatto, lo avviò alla crocifissione -, un gruppo di uomini e donne ha incontrato il Copto, un greco conosciuto con questo soprannome. Il Copto è un tipo strano... 


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Paulo Coelho

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